La vera storia dei Puffi

Prima di presentarvi il nuovo articolo vi informerò su varie cose: sono stati effettuati dei cambiamenti per quanto riguarda questo blog. Ossia: ho lavorato giorno e notte per molte settimane per preparare l’immagine “articolo speciale” presente qua sopra e sono soddisfatto, essa indica appunto un articolo speciale, come questo quindi. Inoltre da quando gli eretici hanno reso pubblico il mio numero di telefono, centinaia di persone che conoscono questo blog mi chiamano ogni giorno. Visto che diciamo che mi sta bene, ho instaurato, a questo proposito, un centralino con 5 signore che rispondono imitando la mia voce. Pertanto chiamate pure numerosi. Dulcis in fundo, ho cambiato radicalmente la grafica del blog, adesso è bellissima, ma voi non la potete vedere perché vi servono gli occhiali fatti apposta che non si comprano da nessuna parte, però credete sulle mie parole, è bella per davvero.
Veniamo al dunque. In questo articolo speciale cerco di diffondere la vera storia dei Puffi, che ho appreso qualche ora fa da un tizio di nome trascurabile. In origine, i Puffi erano completamente diversi da come li abbiamo a mente oggi. Essi vivevano nelle fogne ed erano alti decine di chilometri, in compenso anche allora disponevano del colore blu (probabilmente ciò è dovuto al fatto che usavano mangiare troppo spesso enormi quantità di argento, ritenuto da loro una leccornia). Un giorno di inverno fu deciso dal loro capo di nome Ÿtrosk di uscire dal condotto fognario. Essi erano però talmente abituati a vivere nelle fogne che la pressione fuori risultava infinitamente alta. Ciò li accorciò, fino a che divennero alti pochi centimetri in pochissimi secondi. Vedendo enormi scatole rigide con dei cerchi muoversi ad una velocità spaventosa, temettero di rischiare tutti la vita. Corsero tutti impauriti verso una destinazione imprecisa, a parte Ÿtrosk che rimase ucciso da un lampione che cadde. Camminarono per 75 giorni e 75 notti, fino a che giunsero in una vasta distesa di erba. Riuscirono a trovare riparo sotto un fungo. Avendo tutti studiato biologia, conoscevano il modo in cui i funghi si riproducono, e disposero di una squadra dedita a far riprodurre i funghi in modo che ognuno di loro ne potesse avere uno in cui ripararsi (non sappiamo tutta via il modo in cui sono riusciti a svuotare i funghi e ad installare porte e finestre). Il nono giorno di vita nel bosco, comparve Ÿtrosk recitando le seguenti parole: “Giunto al paradiso, ho incontrato un tizio che mi ha impartito concentratissime lezioni di Magia Nera, grazie alla quale sono tornato qua, infatti ho 3 occhi, se ci fate caso. Sono a conoscenza di una presenza qua vicino, più precisamente si tratta di un altissimo essere vivente, vestito di tunica nera, con al proprio fianco una abat-jour vestita da gatto. State attenti, questa non è un’esercitazione. Ah, dimenticavo, io mi chiamo Grande Puffo e voi sarete i Puffi, non chiedetemi il perché.” e scomparve in una nube, fumando la pipa. Ora, l’essere al quale alludeva il Grande Puffo, è un uomo di media statura con un naso di anormale lunghezza, tenendo presente che è più lungo della bocca. Costui, venuto a conoscenza del fatto che degli esserini presero abitazione vicino alla sua dimora, decise di trovare un modo per attirarli a sé per poi mangiarli bolliti insieme ai fagioli. Chiamò per cui un amico transessuale, lo inserì in una tanica contenente del fluido blu e lo portò in una stanza contenente quattro gallerie del vento costruite al contrario, affinché si fosse rimpicciolito. Gli diede una parrucca bionda e gli disse: “Vai, tu sarai Puffetta, e ti venderai per gli affamati peni dei Puffi”. Puffetta arrivò al villaggio, indossando una maglietta bagnata e un perizoma. Tutti i Puffi fecero a gara per chi avrebbe dovuto farsela per primo. Puffetta, dopo essersi passati tutti (compreso il Grande Puffo, che si ri-materializzò per l’occasione), rimase in cinta di 61 Puffi contemporaneamente, tra i quali ricordiamo anche Maurizio Costanzo e Federico II di Svevia. Puffetta, che era così contenta della vita fatta di sesso, droga e rock n’ roll (5 Puffi infatti si misero assieme per formare i Tool), che, per rovinare i piani di Gargamella, rivelò la vera identità masculina e il volere del proprio capo. I Puffi rimasero sconvolti, ma dopo pochi istanti dissero all’unisono: “Ma ce ne importa una sega” e si inchiappettarono Puffetta uno ad uno.
Quindi tutto è bene quel che finisce bene, a parte le canzoni dei Tool che sono tutto fumo e niente arrosto.

ottobre 19, 2008 at 2:54 PM 2 commenti

Le ciambelle vengono sempre con il buco (parte I).

Era proprio da tanto tempo che non scrivevo in questo blog. Sicuramente vi sarete chiesti il perché. Diosanto, è una lunghissima storia, che più lunghe non si può, ma io cercherò di accorciarla il più a lungo possibile, e per fare in modo che non succeda un ambaradam, dividerò la sìdetta storia in varie parti. Praticamente circa tre settimane fa sono andato alla agenzia dei viaggi, quell’edificio che in un arcobaleno ti fa fare un viaggio. Sapete, io sono ricchissimo e posso permettermi tanti viaggi ma avevo deciso di farne uno solo. Arrivo all’agenzia e suono il citofono.
Dlin Dlon
“Prego entri signor Clitemnestro, non faccia i complimenti” mi ci ha detto la signora di circa 40 anni seduta dietro al bancone (e, vedete bene, dietro al bancone c’era una sedia marrone, io mi chiedo chi possa essere quello screanzato che compra sedie marroni per una agenzia di viaggi). Io, in tutta risposta, urlai con tutta la mia voce: “Cosa diamine ci fa un videocitofono in una agenzia di viaggi? Saremo mica impazziti? Non siamo in una banca che allora le persone superiori ci devono vedere per avere la sicurezza che non intaschiamo un arma con la quale possa essere possibile effettuare una rapina. La privacy è un diritto importantissimo, essenzialissimo e grandissimo”.
Le disse con queste parole: “Signor Clitemnestro, perpiacere, abbassi la voce che qua mica siamo al mercato delle pulci.” e a quel punto io mi imbestialii a tal punto di interromperla in quel punto: “Porca puttana! O siete deficienti o la fate apposta! Al mercato delle pulci non si urla, guai a chi alzasse la voce! Mi meraviglio di lei, che queste cose non lo sa, lei che chissà quante volte la ho incontrata a un mercato delle pulci, e a vedere la sua bocca eternamente chiusa! Le dirò: io una volta ho urlato al mercato delle pulci, ma ne avevo ragione, perché mi era caduto un grammofono sul piede sinistro. Sa cosa è successo, vero? Ah già, lei lo sa per forza, chiunque sa cosa succede quando si ci inciappa in questi urli al mercato delle pulci. Da una via fognaria sono spuntati fuori tre cocomeri vestiti da webcam. Mi hanno portato alla questura e lì mi hanno spogliato di tutti i miei averi e mi hanno fatto fare una versione di latino. Ma io il latino l’ho studiato in ogni minuto della mia vita, tutte le parole di quelle maledette 9 declinazioni nella versione sono volate come un soffio. Allora i due cocomeri vestiti da webcam mi bloccarono braccia gambe e bocca, solo Gesù Bambino sa come hanno fatto in due. Il terzo cocomero mi è saltato in testa ed è esploso, sporcandomi di succo di cocomero. Sono stato umiliato di fronte a tutta la questura. E sa, tutta la questura è composta da miei parenti. Tutti a ridere, tutti a farsi delle grasse risate fumando un sigaro. Uno di essi mi ha indicato, intimandomi a bere 952 tazze di sachè. Ma io, glielo ripeto, sono furbo. Sono scappato dalla questura, e mi sono rifugiato in casa del mio amico Wretella Oddoddiadiotre, che lui in vacanza già c’era e mi aveva affidato il suo mazzo di chiavi. Per una serie di cose dovute al fatto che pagai una ammenda di euro centodiciannove, dovute al fatto che cantai “La bella lavanderina che lava i tavolini”, dovute al fatto che anche lessi la Bibbia all’incontrario, la questura e la gente della questura, compresi i folletti e le fatine, mi lasciarono in pace. Questo, cara la mia signorina, deve entrarle in testa. Non si urla al mercato delle pulci. Mai! Nemmeno un poco.”
“Dove vuole andare, lei?” mi chiese la signora dei viaggi. “A Zanzibar che mi piace tanto che ci sono già stato un paio di volte, e mi è piaciuta”.

Fine della parte prima di un numero indefinito di parti.

agosto 11, 2008 at 7:34 PM Lascia un commento

Prova della tastiera.

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La tastiera sembra funzionare correttamente.

giugno 27, 2008 at 5:43 PM Lascia un commento

Come sempre!

Oggi sono andato al Carrefour. Però questa cosa del nome Carrefour non mi piace proprio. Perché non si sa come pronunciarlo sapete. Io lo pronunzio Càrrefour. Altri si divertono a dire Carrefoùr. Altri Carfùr. Altri lo chiamano Macinacaffè. Mi sono rotto le palle di sentire tutta questa gente che non riesce a trovare un accordo neanche per pronunciare in modo eguale il nome di un centro commerciale e la gente che ci lavora dentro, i cassieri, quelli del banco informazioni, i vicedirettori, i capireparto, le guardie, anche quelli che lavorano nei negozi ospitati dal centro, quindi i fotografi, gli orologiari, gli abbigliatori, i tecnici, i gelatai, i tabacchini, quelli che vendono la lingerie, i meccanici, quelli delle agenzie turistiche, i cellularisti, gli estetisti, gli erboristi, i farmacisti, i bibliotecari, i venditori di panini, i venditori di caramelle pagate al peso, i ristoratori, i pizzaioli, i concessionari, i pit-stop, i feticisti, i maiali, tutte queste persone ogni volta che entro mi scattano una foto.
Oggi ancora una volta mi hanno fatto una foto tutti loro allora io ero infelice. Poi mi hanno dato l’indirizzo del fotografo e il suo numero e io l’ho chiamato e mi dice “Signor Clitemnestro, allora le spiego tutto. Quelli fanno bene e le spiego tutto. Le spiego perché. Innanzitutto loro sono abitanti di Uranio. E, come lei ovviamente sa, sono abbastanza affamati di esercitare la passione per la fotografia. In secondo luogo il giorno cinque febbraio duemilatrè il signor deputato Vassenamordere si è alzato dal letto urlando “NUOVA LEGGE DI STATO: OBERI OBERO DIRUNDUN PAM PAM PAM” e noi abbiamo assolutamente capito che voleva dire quello che abbiamo capito”.
Gli dico “Ha fatto male guardi.”

Questo articolo è incompleto perchè mi fanno male le mani ahia.

Maggio 19, 2008 at 9:45 PM Lascia un commento

C’è qualcosa che io per davvero non so spiegarmi.

Stamani ero, come ogni Domenica mattina, ero qui al computer e stavo cercando di tirare fuori un programmino in PHP. Benissimo, lancio SciTE.exe, il programma che di solito uso per scrivere nei vari linguaggi di programmazione, e si verifica una voragine sulla scrivania. Mi chiedo “Perbacco, da dove sarà spuntata adesso questa voragine, che nel frattempo ha risucchiato la tastiera, la lampada alogena e il Conad? Tra l’altro quando mi costruirono la casa mi dissero anche che sarebbe stata a prova di buchi neri e voragini di questo genere qui”. Allora mi precipito all’appartamento di sotto, dal signor Speriodizzazione. Quest’uomo è intelligente, si è fatto 19 anni di professione al latino alla scuola scientifica che si trova nella via parallela perdendicolarmente alla mia, è un uomo in gamba, ha anche fatto un sito utilissimo che si chiama http://www.google.it andateci a darci un’occhiata ci si possono fare un milione di cose.
Gli suono alla porta (dovete sapere che lui ha un campanello del colore verde fluorescente. La prima volta che lo vidi me ne meravigliai, perché sin da piccolo mi parlavano del colore verde fluorescente ma io non lo avevo mai visto. A scuola elementare la maestra di matematica c’aveva la fissa del colore verde fluorescente, e ce ne parlava di continuo, affermando anche che il suo cane aveva il colore fluorescente sulla punta della coda, ma io questo colore non lo avevo visto, non riuscivo ad immaginarmelo, ovviamente non sapevo neanche su che tonalità si basava, se ad esempio era un tipo di blu, di giallo, di turchese, boh proprio non sapevo nemmeno la esistenza del colore verde fluorescente. Allora, vi chiederete come faccio a sapere che il campanello del signor Sp. [da ora in poi lo chiamero signor Sp. perché questa è una parola lunghissima della quale però conosco l’esatto significato, e tra qualche giorno aprirò un foglio per spiegarvelo nel modo più corretto del mondo]! In effetti non lo so. Ma mi piace pensare che sia quello il colore verde fluorescente.).
In casa non c’era, e avevo molta fretta di tornare a casa, peccato, sarà per la prossima volta che si troverà in casa.
Per quanto riguarda la voragine, la voragine l’ho ricoperta di Patafix e pare che regga.

P.S.
Se ci avete una immagine del colore verde fluorescente, vi prego tantissimo e moltissimo, scrivetemi l’indirizzo del link dell’URL dell’immagine che sono curiosissimo+è.

Maggio 6, 2008 at 10:53 PM Lascia un commento

Domani inizio il corso di flauto traverso.

Come vi ho già un po’ detto nel titolo, domani Martedì 29 Maggio 2008 inizierò il corso di flauto traverso, ché ieri sono andato alla scuola di musica “Elephantem” per iscrivermi al corso di trombone. Però non c’erano più posti per il corso di trombone e la signora del banco delle informazioni mi dice: “Mi dispiace signor Clitemnestro ma prima di lei è arrivato Fombo che si è preso per sé tutti i posti disponibili, che maleducato, ma adesso gli tocca pagare 940 euro al mese. Gli sta bene, perdio, lo ha fatto apposta per non fare iscrivere le altre persone al trombone: lui se ne è accorto prima dei giornalisti che c’è un aumento demografico di persone predisposte al trombone, e allora ha voluto fare lo sciocco togliendo la possibilità a tutti, e si sa, via, nella nostra città l’unica scuola di musica è la nostra e quindi ha giocato a fiori. Noi lo sappiamo che non è giusto che sia successo così, guardi, è venuto ierilaltro e c’ero io a iscriverlo e io sono rimasta per non dire altro, allibita, per davvero. Gli ho detto guardi che non va mica bene però lui insisteva e ho anche chiamato il Direttore che è sceso in un battere di occhio. Ha cercato di dirgli che ciò che voleva non era assolutamente possibile, e ahimé, lui, con la sua sigaretta in bocca, ha chiamato i carabinieri. Dico ahimé perché tutti i carabinieri della zona sono suoi fratelli e gli hanno dato ragione e gli hanno dato retta e allora ci hanno detto va che è bello il trombone a lui gli interessa farlo centuplicamente non stiamo scherzando e ci hanno minacciato di morte sì ché siamo stati costretti a fargli da vincere, io lo sa lei che ci ho la mamma malata di artiocassarosi non posso abbandonarla, non ho fratelli né sorelle e voglio continuare la mia vita con il mio marito che si fà con il Drum. Fombo era soddisfatto perché lui riesce sempre ad averla vinta. Guardi è un casino.”
“Ma io voglio imparare il trombone giacché nella banda del quartiere hanno bisogno di uno che sa suonarlo e io ho raggiunto la concezione dell’interesse.” Ci dico a lei.
“Eh lo so vede io so tutto. Ma che ci posso fare io?”
“Faccia che la scuola chiude, ma lo faccia per finta così lui dovrà cercarsene un altra, illuso del fatto che la scuola di musica “Elephantem” non sia a nessuno accessibile, mentre a noi poveri ignoranti lo sarà!”
“No perlamordelcielo! Se ci scopre scavalcherà le mura e succederà un ambaradam.”
“Pazienza, allora va che mi iscrivo al flauto traverso”
“Certo. Un documento per piacere.”

aprile 28, 2008 at 1:04 PM 2 commenti

Ce l’hanno con me

Che bello che è il servizio del MySpace. Con gioia ho trovato gli spaces di Walter Veltroni, di Roger Waters, di Gesù Cristo, di Platinette. C’è anche quello dei Finley che quello è proprio un myspace ufficiale eh. Devo dire però che mi fa venire paura questo servizio perchè già tre donne dagli Stati Uniti mi hanno inviato una richiesta di amicizia, io mica le conosco accidenti poi nelle foto sono anche ubriache allora ho pensato che volessero farmi del male quindi non ho approvato la amicizia. Poi c’è Tom che è un bravo ragazzo perchè mi aggiorna sempre sulle novità. Diciamo che lui è, come dire, il pilastro di questo servizio. Ma forse questo già lo sapevate. Adesso sto usando il mio MySpace che l’ho creato solo per me quindi non vi do l’indirizzo del mio MySpace. Però vi dirò, è la prima volta che vengo qua sulla pagina di creazione di un nuovo post ed è molto bella ci sono tanti bottoni, peccato per il colore di sfondo (o come lo chiamano gli inglese e gli statunitensi e gli australiani, background) che è grigio come gli alieni grigi che sono descritti dal risp.le signor Alfredo Lissoni, risp.le signore del quale ho anche un libro tutto blu che parla di un pò di cose.
Ci sono i bottoni per mettere il grassetto, il corsivo, il sottolineato, l’allineato a sinistra, il centrato, l’allineato a destra, il giustificato, il rientro, il colore del testo, il colore dello sfondo (o come lo chiamano gli inglese e gli statunitensi e gli australiani, background), il collegamento ipertestuale, l’immagine, il simbolo e lo smile come questo qua .
Poi a fianco c’è il mio avatar. Ah! Una cosa! Quello nell’avatar non sono io. E’ una persona che tutti voi conoscete. E’ alto basso, biondo moro. E’ un ragazzo simpatico quel ragazzo lì, davvero in gamba. Anzi, in gambe, perchè di gambe ce ne ha due. Altrimenti casca in terra.
Ora che ci penso, questo ragazzetto mi fa venire in mente un episodio che è accaduto un pò di tempo fa. Un pò di tempo fa (come ho già detto) sono andato a fare un poco di spesa al Conad. Allora niente no, prendo il carrello. Cioè, prima ci metto 1 euro o 500 lire perchè sennò il carrello non si stacca dal carrello che gli sta davanti. Allora prendo il carrello dopo aver inserito i soldi. Niente, entro dentro e mi trovo nel reparto della frutta e nel reparto della verdura. In cima inoltre ci sono anche le piante come i cactus, che sono belle e mia nonna ne aveva una ma adesso è all’ospedale in punto di morte (non la nonna). Allora vado a prendere un pezzo di focaccia, mi ricordo che avevo il numero 666. Quindi compro un pezzetto di focaccia “La focaccia ligure quella con tanto olio ma senza le olive che mica mi piacciono!” gli dico alla panettiera della panetteria. Allora vado a pagarla però non c’era il cassiere o la cassiera. Scocciato, vado al box delle informazioni e dico ad una signorina sui 25 “Guardate che non c’è il cassiere, com’è che faccio a pagare questa focaccia? Tra l’altro ho abbastanza urgenza, desidererei non aspettare più di tanto perchè ok potrei capire magari se se ne fosse andato a prendere un caffè alla macchinetta del caffè e io non ci ho urgenze di scappare via, però è una questione di principio. Signorina, le farebbe comodo se io fossi il cassiere e lei l’acquirente, e io mi metterei con i piedi sul tapis roulant della cassa facendolo scorrere il tapis roulant con le mani, e rifiutassi di passare i codici a barre dei suoi prodotti? Se lei dovesse aver preso solo, che so, una confezione di bottiglie di acqua, allora si prenderebbe la sparaprezzi quella a raggi infrarossi che si prende in mano e sparerebbe il prezzo sulle sue bottiglie di acqua, ma succede sporadicamente che uno se ne venga qua solo per comprare una confezione di acqua, al massimo uno va alla fonte ad esempio della montagna vicina e si porta le bottiglie vuote, magari se ne va con il suo figliolo che lui le tiene i tappini e poi li mette e carica tutto sulla macchina, così avete l’acqua non pagata. O meglio, pagata con le tasse. A proposito di tasse, non vi sembra che per i Choco Pops abbiate messo un prezzo troppo elevato? 1,55 euro mi sembrano una esagerazione. Ci metto 20 centesimi in più e compro un pacchetto di Pall Mall rosse da 10! 1 euro e 55 centesimi sono moltissimi e tantissimi
per 370 grammi di cacao tagliato e aromatizzato. Quanto sarà il costo effettivo del cacao? 40 centesimi al chilo? Tipo? Ah! Beh si dai, facciamo che paghiamo un prezzo superiore di circa i 23/4 del prezzo effettivo. Tanto gli stipendi sono alti. Si renda conto, signorina, che questa cosa è applicata a qualsiasi cosa che sia concreta. Ad esempio, tanto per fare un esempio, facciamo l’esempio che lei sta andando a Montreal con un IC interregionale. Guardi fuori dal finestrino. Guardi!
La neve. Cosa le viene in mente se pensa alla neve? Al gelato, si, giusto. Ecco prendiamo l’esempio del gelato. Prendiamo l’esempio del gelato alla fragola. Se lei si prende la sementa e un pezzo di terreno ed uno spago, ci si fanno qualche centinaia di fragole. Con 5 euro di latte si potranno fare 7,8, toh, 9 chili di gelato alla fragola. E un cono con il gelato alla fragola lo fa pagare 2 euro. Mi segue?”
Gli dissi, poi lei disse che avevano aperto la cassa numero 2, allora sono andato a pagare a quella.

aprile 22, 2008 at 8:47 PM Lascia un commento

Stamani sono andato a pagare le bollette.

Allora. Stamani mi sono ricordato che domani mi sarebbero scadute le bollette della luce e del gas, e se non le avessi pagate oggi me li avrebbero tagliati, accidenti. Si ma mica con le forbici eh, mica il gas e la luce si possono tagliare. Al massimo possono essere disattivati. E il gas al massimo può fare ‘PEM’ però non ho mai visto il gas dire quella cosa di cui accanto. Allora ho acceso l’acqua calda per riempire la vasca da bagno, poi l’ho chiusa, ho svuotato la vasca e mi sono vestito. Mi sono vestito con una camicia verde, una cravatta rossa, e i pantaloni a vita bassa arancioni. Però mi ero scordato di mettermi le scarpe e stavo per uscire di casa, quando il gatto mi ha ricordato che stavo andando nel vialetto (sapete, il condominio in cui io vivo ha all’esterno un vialetto. Ai lati di questo vialetto ci sono tanti fiorellini che qui da noi si chiamano “Ampersand”, perchè hanno la forma di una E Commerciale. Io so anche l’origine di questi fiori, ma non ve la dico. Anzi si ve la dico perchè mi va. Il mio caro prozio Menta mi lasciò in eredità il suo libro sui fiori. Lì lui ipotizza che gli Ampersands furono portati in Europa dal Papa Formoso nel IX secolo d.C. dopo essersi lasciato con la Faraona, infatti, per sofferenza, decise di andare nella Terra Del Fuoco, Terra Del Fuoco nella quale vengono coltivati gli Ampersands. Il Papa c’era talmente rimasto allibito da quei vegetali che ne raccolse 24, ad un ad uno. Poscia, se ne tornò in Italy perchè ricevette un telegramma dalla morte che gli disse che doveva morire ad Arezzo il giorno successivo. Il telegramma così recitava:

CIAO SONO LA SIGNORA OSCURA STOP MI SONO ACCORTA CHE HO TRASCURATO TUTTI I TUOI ARCHIVI STOP AVREI LA NECESSITA’ DI VEDERLA SABATO POMERIGGIO PER FARE UNA CHIACCHIERATA STOP CI VEDIAMO STOP LA MORTE STOP.

Quando atterò all’aeroporto di Fiumicino, le sue tasche si incastrarono tra le porte dell’ingresso dell’aeroporto, strappandosi e diffondendo la sementa per la via. Il giorno dopo si verificò un vento molto forte, che trasportò tutti i semi e il polline nella nostra zona, impiantandosi da solo.) con ai piedi le All Star da notte. “Accidenti” dico a me medesimo. Sicché torno all’interno del luogo in cui vivo e mi indosso le scarpe nere da passeggio. Io prendo i soldi (547 soldi tra gas e luce) e io vado alla Posta affinché io paghi il pagabile. Entro in auto ed entro alla posta. ‘Sì premo il tastino per ricevere il numero, e mi ci esce fuori il settantaquattro. “Che fortuna! Siamo fermi al settantuno! Ci si metterà poco tempo per davvero per arrivare al banco. Qualcosa mi dice che questa sarà una giornata fortunata. Speriamo solo che Giovanni il Parrucchiere anche oggi non mi tagli malissimo i capelli come la volta precedente. Ah, che testa che avevo! Arrivammo al lavoro e tutti cominciarono con lo scattare foto. Qualche giorno dopo mi arrivarono a casa, per raccomandata A/R, tutte quelle foto. Quale vergogna!” pensai tra me stesso.
Bip! Disse il tabellone digitale dei nùmeri.
Settantaquattro Si scrisse sul tabellone digitale dei nùmeri.
“E’ il mio turno. Ecco mi alzo dalle sedie di legno chiaro che sono state messe per far accomodare coloro che aspettano. Mi avvio verso il banco.” ho detto ad alta voce. Arrivo là e il banchiere mi ha detto: “Guardi che ha sbagliato banco veh. Da quella parte.”
Dopodiché sono andato al banco giusto.

aprile 15, 2008 at 9:30 PM 2 commenti

Clitemnestro che sarei io.

Dunque, salve. Il mio nome è Clitemnestro e sinceramente non ho un cognome. Io sono una persona che vive di rendita, pertanto non ho un lavoro. O meglio, la sera vado da Giacomo, che è un signore che mi dice di fare le pizze. Con lui ho un buon rapporto di umanità perchè ci mangiamo assieme le gelés o come si scrive. Sono una persona moltissima attivissima sia per quanto riguarda lo studio (io studio all liceo fantascientifico Behøve a Copenaghen).

Ho creato questo blog per raccontarvi circa quello che quotidianamente mi succede a me. Tanto per fare un esempio, ierilaltro avevo voglia di rinnovare la mia tessera elettorale, giacché oggi sarei dovuto andare a votare per il Partito Democratico. Allora niente, mi alzo alle 7:30 del mattino e mi faccio la doccia. Ecco che suonano alla porta. Scendo dalla doccia, mi metto il paracadute e vado ad aprire. È Gianmichele, quello che abita sotto di me (sapete, io vivo in un palazzo. Vivo in un palazzo di 6 piani. Però mi piacerebbe tanto trasferirmi perchè in questo palazzo sono tutti vecchietti un bel pò strani. L’altro giorno, per esempio, era il mensile giorno in cui il signor Racatafalco passava per raccogliere gli oggetti che noi inquilini doniamo alla statua del cortile del palazzo, il Nud-Ha-Kaj-Mil, che nella lingua Lank significa “Insetto dai sacri legamenti”. Io avevo pronta una cesta con dentro un bottone, un termosifone, una Sim della Tim con l’offerta Rin Tin Tin e un buono prendi 2 paghi 4 per il Carrefour. Allora il signor Racatafalco mi dà in cambio 8 soldi. Torno nel mio appartamento e scopro che questi 8 soldi in realtà non erano 8 soldi, ma era un melograno. Accidenti, “Veh, guardi che lei mi ha fatto una fregatura!” gli dico. Beh, lui a quel punto si è arrabbiato tantissimo ed è imploso nella cantina del palazzo. Sono accorso e ho trovato al suo posto il pedale di una bicicletta. Va bè.) che mi ha chiesto un barattolo di zucchero. Allora è entrato per ricevere il barattolo di zucchero e io gli ho dato il barattolo di zucchero. Poi si era ricordato che gli mancava la Vodka. Poverino lui, di Vodka vive, nel vero senso della parola, perchè lui soffre di lombosciatalgia e la sua unica cura è bere Vodka alla pesca perchè sennò prende l’orbita di Mercurio e gira intorno al Sole. Poi è sceso giù. Quindi mi sono asciugato e ho preso la Punto e sono andato in Comune nell’Ufficio Elettorale. C’era una signora sui 60 nell’ufficio, una signora, aveva i capelli abbastanza biondi e aveva circa due occhi e via discorrendo. “Guardi, io dopodomani avevo intenzione di andare a votare per le elezioni, quelle di cui sentiamo tanto parlare. E’ che è vecchiotta la mia tessera elettorale, poi è usurata perchè ci faccio i filtrini. Quindi veh le do la mia Carta D’Identità così vede i miei dati e li analizza e li inserisce nel suo terminale ut farmi la nuova tessera.” le dico. “Sì.” mi risponde ella. Allora inserisce la mia Carta D’Identità nella macchina fotocopiatrice. “BRR FFFF ZAAAAAA.” dice la macchina fotocopiatrice. Dopo un processo durato circa 10 minuti, la donna incolla la mia foto sulla tessera elettorale nuova e me la da. Che bello! Adesso ho una nuova tessera elettorale! Però ora che ci penso sono le 22:45, a quest’ora sono chiuse le urne. Peccato. Davvero. Va bè, sarà per le prossime elezioni.

Spero che il mio blog vi piaccia, la skin è molto bella. Davvero.

aprile 13, 2008 at 5:28 PM 6 commenti