Le ciambelle vengono sempre con il buco (parte I).

agosto 11, 2008 at 7:34 PM Lascia un commento

Era proprio da tanto tempo che non scrivevo in questo blog. Sicuramente vi sarete chiesti il perché. Diosanto, è una lunghissima storia, che più lunghe non si può, ma io cercherò di accorciarla il più a lungo possibile, e per fare in modo che non succeda un ambaradam, dividerò la sìdetta storia in varie parti. Praticamente circa tre settimane fa sono andato alla agenzia dei viaggi, quell’edificio che in un arcobaleno ti fa fare un viaggio. Sapete, io sono ricchissimo e posso permettermi tanti viaggi ma avevo deciso di farne uno solo. Arrivo all’agenzia e suono il citofono.
Dlin Dlon
“Prego entri signor Clitemnestro, non faccia i complimenti” mi ci ha detto la signora di circa 40 anni seduta dietro al bancone (e, vedete bene, dietro al bancone c’era una sedia marrone, io mi chiedo chi possa essere quello screanzato che compra sedie marroni per una agenzia di viaggi). Io, in tutta risposta, urlai con tutta la mia voce: “Cosa diamine ci fa un videocitofono in una agenzia di viaggi? Saremo mica impazziti? Non siamo in una banca che allora le persone superiori ci devono vedere per avere la sicurezza che non intaschiamo un arma con la quale possa essere possibile effettuare una rapina. La privacy è un diritto importantissimo, essenzialissimo e grandissimo”.
Le disse con queste parole: “Signor Clitemnestro, perpiacere, abbassi la voce che qua mica siamo al mercato delle pulci.” e a quel punto io mi imbestialii a tal punto di interromperla in quel punto: “Porca puttana! O siete deficienti o la fate apposta! Al mercato delle pulci non si urla, guai a chi alzasse la voce! Mi meraviglio di lei, che queste cose non lo sa, lei che chissà quante volte la ho incontrata a un mercato delle pulci, e a vedere la sua bocca eternamente chiusa! Le dirò: io una volta ho urlato al mercato delle pulci, ma ne avevo ragione, perché mi era caduto un grammofono sul piede sinistro. Sa cosa è successo, vero? Ah già, lei lo sa per forza, chiunque sa cosa succede quando si ci inciappa in questi urli al mercato delle pulci. Da una via fognaria sono spuntati fuori tre cocomeri vestiti da webcam. Mi hanno portato alla questura e lì mi hanno spogliato di tutti i miei averi e mi hanno fatto fare una versione di latino. Ma io il latino l’ho studiato in ogni minuto della mia vita, tutte le parole di quelle maledette 9 declinazioni nella versione sono volate come un soffio. Allora i due cocomeri vestiti da webcam mi bloccarono braccia gambe e bocca, solo Gesù Bambino sa come hanno fatto in due. Il terzo cocomero mi è saltato in testa ed è esploso, sporcandomi di succo di cocomero. Sono stato umiliato di fronte a tutta la questura. E sa, tutta la questura è composta da miei parenti. Tutti a ridere, tutti a farsi delle grasse risate fumando un sigaro. Uno di essi mi ha indicato, intimandomi a bere 952 tazze di sachè. Ma io, glielo ripeto, sono furbo. Sono scappato dalla questura, e mi sono rifugiato in casa del mio amico Wretella Oddoddiadiotre, che lui in vacanza già c’era e mi aveva affidato il suo mazzo di chiavi. Per una serie di cose dovute al fatto che pagai una ammenda di euro centodiciannove, dovute al fatto che cantai “La bella lavanderina che lava i tavolini”, dovute al fatto che anche lessi la Bibbia all’incontrario, la questura e la gente della questura, compresi i folletti e le fatine, mi lasciarono in pace. Questo, cara la mia signorina, deve entrarle in testa. Non si urla al mercato delle pulci. Mai! Nemmeno un poco.”
“Dove vuole andare, lei?” mi chiese la signora dei viaggi. “A Zanzibar che mi piace tanto che ci sono già stato un paio di volte, e mi è piaciuta”.

Fine della parte prima di un numero indefinito di parti.

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